FAQ al dentista

SBIANCAMENTO DEI DENTI

Lo sbiancamento dentale è un trattamento che permette di rendere i denti più bianchi.
Si possono sbiancare solo i denti naturali vitali o devitalizzati, mentre non è applicabile ad otturazioni, corone o faccette dentali.

Lo sbiancamento agisce attraverso la liberazione di ossigeno da parte di un gel contenente perossido d’idrogeno o perossido di carbamide. L’ossigeno liberato va a rompere i pigmenti che rendono il dente più scuro e lo sbiancano.

Esistono due tipologie di sbiancamento dei denti naturali:

  • Ambulatoriale – in studio – in office bleaching.
  • Domiciliare – a casa – walking bleaching (vengono fornite delle mascherine che il paziente applicherà a casa).

I denti devitalizzati possono essere sbiancati mediante l’utilizzo di una pasta sbiancante che verrà inserita all’interno del dente e sostituita varie volte fino ad ottenere la tonalità desiderata

Lo sbiancamento dentale è un trattamento assolutamente indolore e che non indebolisce ne rovina lo smalto dentale. Sarà comunque necessaria una visita previa per valutare lo stato dei denti e delle gengive.

Inoltre per le 48 ore post trattamento bisognerà evitare di fumare, cibi e bevande come thé e caffè che potrebbero pigmentare i denti appena sbiancati.

La durata varia molto da persona a persona, dipendendo moltissimo dalle tecniche di igiene orale domiciliare, la dieta, le abitudini (fumo).

In media possiamo dire che ha una durata di 2 anni.

Dopo un trattamento sbiancante si potrebbe verificare un aumento della sensibilità con e bevande e cibi freddi che diminuisce con l’applicazione di prodotti desensibilizzanti dal dentista e con l’utilizzo di un dentifricio per i denti sensibili.

Normalmente è un effetto che svanisce in qualche giorno.

PARODONTOLOGIA

La parodontite è una malattia cronica del parodonto, l’organo che sostieni il dente, costituito da gengiva e osso alveolare.

La parodontite ha inizio con un primo stadio detto gengivite, per poi progredire a malattia parodontale.

La causa della parodontite è la placca batterica, costituita da una pellicola di batteri che producono delle tossine che vengono liberate e distruggono l’osso alveolare che sostiene i denti.

La parodontite parte sempre da una gengivite, anche se non tutte le gengiviti portano ad una parodontite.
Ci sono vari segnali d’allarme che possono essere sintomi di una piorrea:

  • Gengive infiammate.
  • Sanguinamento gengivale.
  • Gonfiore e dolore alle gengive.
  • Alitosi o alito cattivo.
  • Fuoriuscita di pus tra i denti.
  • Mobilità dei denti.

La prevenzione più efficace perché non si manifesti la parodontite è una corretta igiene domiciliare quotidiana almeno 2 volte al giorno utilizzando scovolino, filo interdentale e spazzolino, e delle sedute di igiene professionale in studio ogni 6 mesi.

In oltre è necessario adottare degli stili di vita sani ed equilibrati:

  • Non fumare.
  • Seguire un alimentazione equilibrata.
  • Ridurre la quantità di zuccheri.

IMPLANTOLOGIA

Un impianto è un sostituto di un dente naturale.
La sua forma è a vite cilindrica o conica che viene inserita all’interno dell’osso mascellare o mandibolare e sostituisce la radice del dente.

Dopo un periodo di tempo variabile che va di 3 ai 6 mesi in cui avviene l’osteointegrazione dell’impianto verrà inserita nella testa dell’impianto la corona protesica.

Un impianto è un elemento di titanio di forma cilindrica o conica le cui dimensioni sono di pochi millimetri di diametro e di una decina di millimetri di lunghezza.

L’impianto inserito nell’osso costituisce la radice artificiale del dente.
All’impianto sarà poi connesso il moncone che è un componente di collegamento tra l’impianto e la corona protesica.

Assolutamente no poiché l’intervento verrà svolto in anestesia locale e su tessuti poco innervati.

Un po’ di dolore potrà essere avvertito nel postoperatorio, ma controllato con i farmaci idonei.

Normalmente i fastidi post intervento sono inferiori all’estrazione di un dente.

È difficile da stimare e nessuno può garantire la loro durata a vita, in quanto questa dipende da innumerevoli fattori come:

  • Corretta igiene orale del paziente.
  • Costanza nelle visite di controllo.
  • Corretto inserimento e abilità del chirurgo.
  • Corretto carico masticatorio della protesi.
  • Stato di salute del paziente.

In generale però possiamo affermare che dopo dieci anni abbiamo una sopravvivenza superiore al 90%.

Un impianto non è soggetto al rigetto, in quanto è realizzato (se di buona qualità) in titanio medicale grado 5 assolutamente biocompatibile e osteointegrabile.

Ciò nonostante ci può essere un fallimento della terapia implantare dovuto alla mancata osteointegrazione.
Questo complicazione è risolvibile andando a ripetere l’intervento implantologico.

No. Non tutti i pazienti posso ricevere degli impianti dipendendo dal loro stato di salute.
Dovrà essere premura del dentista selezionare l’idoneità del paziente.

IGIENE ORALE

Tenere lo spazzolino inclinato a 45° e spazzolare le parti del dente rivolte verso l’esterno e verso l’interno con un movimento circolare seguito da uno verticale, per allontanare la placca dalla gengiva

Il movimento orizzontale è meno efficace e deve essere limitato alla superficie masticatoria del dente. Con la punta dello spazzolino pulire la parte interna dei denti anteriori, superiori e inferiori.

Estrarre 40 centimetri circa di filo interdentale e avvolgerli intorno alle dita medie di entrambe le mani.

Appoggiare gli indici sul filo, lasciando uno o due centimetri di spazio.
Fare passare delicatamente il filo fra i denti alzandolo e abbassandolo.

Lo scovolino interdentale, è uno spazzolino estremamente sottile dotato di setole morbide, da montare su un apposito manico.

Lo scovolino va inserito con una leggera inclinazione nello spazio interdentale e va strofinato più volte muovendolo avanti e indietro.

I BAMBINI DAL DENTISTA

Il bambino dovrebbe essere portato in studio il prima possibile già a partire dai 3-4 anni, magari in occasione di un controllo dei genitori così da potersi conoscere.
Il primo incontro sarà solamente conoscitivo e di gioco così da potersi fidare.
È consigliabile un controllo ogni 6 mesi.

Cosa sono i sigilli?

La sigillatura dei denti è una tecnica che viene utilizzata per prevenire l’insorgenza di carie sulla parte masticante del dente, dove sono presenti i solchi.
Per procedere al sigillo bisognerà prima ripulire accuratamente la superficie del dente con una pasta specifica, poi verrà trattata la superficie in maniera tale che la resina sigillante bianca possa aderire perfettamente al dente.

Questa tecnica di prevenzione non esclude dal doversi lavare i denti accuratamente, per evitare che si formino delle carie sulle altre superfici dei denti.

Assolutamente si, ed è fondamentale poter curare la carie prima che sia dolorante per non creare un trauma al bambino.

Inoltre è molto importante curare i denti decidui perchè devono permanere in bocca fino a chè non escono i permanenti, altrimenti questi non troverebbero spazio, dovendo ricorrere ad una terapia ortodontica per ripristinare la corretta eruzione.

CONSERVATIVA

La carie è un malattia che provoca la distruzione prima dei tessuti più esterni del dente (lo smalto) e poi penetrando all’interno colpisce la dentina che è più tenera e più aggredibile dai batterie.
Se la carie penetra attraverso la dentina fino ad arrivare alla camera pulpare, si instaurerà una pulpite, che necessiterà di una devitalizzazione del dente.

In primis si dovrà rimuovere la parte cariata del dente fino a che non si trova un tessuto duro che equivale a tessuto sano.

A questo punto si tratterà il dente con dei prodotti per far si che la nostra pasta possa aderire al dente;
SI applica un adesivo e poi una pasta che verrà fatta indurire attraverso delle lampade apposite.
Poi si rifinisce la pasta da otturazione con delle frese e si lucida con dei gommini.

È molto importante tenere in conto che una volta otturato non si vedrà la differenza tra pasta e dente in quanto vengono utilizzati delle resine composite altamente estetiche che ci permettono di mimetizzare l’otturazione.

Assolutamente no, in quanto queste terapie si svolgono in anestesia locale del dente.

ENDODONZIA – DEVITALIZZAZIONI

La devitalizzazione di un dente è una terapia che consiste nel rimuovere la polpa del dente e otturare i canali radicolari con la guttaperca, un biomateriale di base plastica.

A livello pratico l’intervento si divide in questi step:

  • Apertura della camera pulpare.
  • Rimozione della polpa dentale e disinfezione della camera.
  • Sagomatura dei canali che scorrono dentro alle radici.
  • Disinfezione dei canali.
  • Otturazione dei canali radicolari con la guttaperca.

Un dente viene devitalizzato principalmente per la presenza di una carie che infetta la camera pulpare del dente.

Ci sono anche altre situazioni per cui bisogna ricorrere alla devitalizzazione:

  • Necrosi di un dente dovuta a un trauma.
  • Sensibilità dentale che non si risolve con le normali tecniche desensibilizzanti
  • Eccessiva distruzione del dente che necessita di una ricopertura con una corona.

È Normale che un dente appena devitalizzato faccia male per qualche giorno; i dolori normalmente spariscono progressivamente nel giro di qualche giorno.

Il dente devitalizzato può far male se il canale radicolare non è stato strumentato fino alla punta della radice, e se così fosse sarà necessario ritrattare il dente in maniera tale da terminare la cura canalare correttamente.

A volte però sono presenti dei canali laterali impossibili da trattare e disinfettare anche se la cura è stata ben realizzata. In questi casi si possono formare dei granulomi apicali che si potranno trattare con un apicectomia che consiste nell’asportare la parte della radice malata.

Un dente devitalizzato può durare come un qualsiasi altro dente, in quanto ha lo stesso rischio di cariarsi.