Ponte dentale fisso: cos’è e quando serve

Oggi ci occupiamo di ponte dentale fisso: cos’è e quando serve? Parliamo di un trattamento di protesi estetica orale destinato a riabilitare sorriso e masticazione, eseguito con successo da anni in odontoiatria.

Utilizzato per risolvere problemi di edentulia parziale, il ponte viene scelto soprattutto allo scopo di curare quei casi clinici per i quali non è possibile utilizzare gli impianti endossei. Viene impiegato per colmare il vuoto lasciato da uno o più denti naturali persi, per fini sia estetici che funzionali.

Da non confondere con la protesi scheletrata, che a tutti gli effetti è un dispositivo di tipo rimovibile (spesso chiamato erroneamente ponte), il ponte dentale rappresenta uno dei dispositivi protesici fissi tutt’oggi maggiormente utilizzati.

L’assenza di uno o più denti naturali compromette irrimediabilmente l’integrità dell’intera arcata, per cui è sempre ottima norma porvi rimedio in fretta. Fortunatamente, l’odontoiatria moderna offre diverse soluzioni protesiche, in grado di ripristinare la dentatura attraverso dispositivi fissi altamente confortevoli e dai risultati estetici eccezionali.

La procedura per installare un ponte dentale non è eccessivamente complessa, né dolorosa. Può perciò essere eseguita su larga scala, anche su quei pazienti più timorosi, che soffrono di odontofobia e desiderano recuperare il sorriso, ma non vogliono sottoporsi a interventi di chirurgia orale (come avviene nel caso degli impianti dentali).

Cos’è

Andiamo a vedere nel dettaglio cos’è un ponte dentale. Si tratta di un dispositivo protesico di tipo fisso, realizzato su misura in laboratorio odontotecnico, dopo aver rilevato delle impronte di precisione. Composto da tre o più corone dentali collegate tra di loro, consente di ripristinare estetica e funzione orale di una parte o di tutta l’arcata dentaria (in tal caso si parla di ponte fisso circolare).

La sua principale funzione è quella di andare a coprire lo spazio lasciato vuoto da uno o più denti persi. Viene impiegato per porre rimedio a casi di edentulia, sopraggiunta in seguito a estrazioni dentali o a problemi di parodontite e ha cinque principali funzioni:

  • ripristinare l’estetica del sorriso, laddove è stata compromessa dall’assenza di uno o più denti in arcata;
  • ristabilire la funzione masticatoria andando a rimettere artificialmente gli elementi dentari persi;
  • prevenire lo spostamento dei denti adiacenti allo spazio vuoto;
  • riportare il paziente a una fonetica ottimale;
  • permettere una distribuzione uniforme delle forze masticatorie, al fine di salvaguardare l’integrità degli elementi naturali ancora presenti nel cavo orale.

Per realizzare un ponte dentale fisso, è necessario avere ancora a disposizione dei denti sani, ai quali potersi appoggiare. Tali elementi, vengono limati e ridotti a moncone, in modo da poter fare da supporto alle corone artificiali poste alle estremità della struttura protesica. (Da qui, nasce il termine ponte, costituito da dei pilastri e da una parte centrale che rimane adiacente alla gengiva, ma in sospensione).

Il dispositivo protesico fisso, una volta preparato, viene ancorato ai denti adiacenti tramite l’utilizzo di cementi dentali ad alta tenuta. In questo modo, non necessita di essere rimosso dal paziente, ma può comunque essere tolto dal dentista in casi eccezionali (ad esempio, per curare una futura carie o patologia a carico di uno dei denti ridotti a moncone e coperti dalle capsule).

Quando serve un ponte dentale fisso?

Quando serve un ponte dentale fisso? Come anticipato nei precedenti paragrafi, un dispositivo protesico di questo tipo viene utilizzato essenzialmente per sostituire uno o più denti mancanti.

Proprio come l’impianto endosseo, serve ad andare a colmare il vuoto lasciato dai denti naturali perduti (in gergo tecnico detto gap) e a riempirlo con nuovi elementi dentari artificiali (realizzati in ceramica o in materiali del tutto simili allo smalto dei denti naturali). Il ponte viene preferito all’impianto dentale in tutti i seguenti casi:

  • denti adiacenti al gap stabili e in discrete condizioni, ma non perfette (in questo caso probabilmente non avrebbe senso limarli e, gli impianti, potrebbero essere la soluzione da preferire);
  • riassorbimento osseo su mascella e mandibola, problematica che potrebbe ostacolare l’inserimento di radici artificiali in titanio;
  • il paziente ha timore e non vuole sottoporsi a un intervento di chirurgia orale, indispensabile per mettere gli impianti;
  • i denti che devono svolgere la funzione di pilastri risultano danneggiati a livello estetico e necessitano di correzioni in termini di colore e forma.

Il ponte dentale fisso è in grado di durare per molti anni, se sottoposto a una corretta manutenzione. Richiede infatti una grande attenzione all’igiene orale, che va effettuata utilizzando gli appositi dispositivi di pulizia (scovolini e super floss). In caso contrario, gli elementi dentari che fungono da pilastri potrebbero venire attaccati dai batteri orali, ammalarsi di carie e non fornire più il supporto necessario alla stabilità della struttura protesica.

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